Cerealia: il culto dell'agricoltura che deriva dalla nostra storia

Cerere dea della terra, dei campi e nume dei raccolti era celebrata a Roma con dei ludi che iniziavano il 12 e duravano sino al 19 aprile: i Cerealia.

Il culto a questa dea è molto antico e si fa risalire ai popoli Osco-Umbri che abitavano, soprattutto nella parte centrale, della penisola precedentemente i Romani. Il suo stesso nome ha origini indoeuropee e vuol dire proprio “crescere”.

Secondo i Romani era la dea che aveva insegnato all’uomo l’agricoltura: dal III sec. a.C. si cominciò a tessere una relazione tra la dea romana e la Demetra greca, fu da allora che, dal mito di sua figlia sposa Plutone, divenne la dea del cambio delle stagioni.

Pinax in marmo da Locri che rappresenta Persefone, figlia di Artemide, la Cerere romana, e Ade suo sposo nel mito dei Cerealia

Demetra, Proserpina, Ade e la nascita dei cicli delle stagioni.

Secondo il mito, Proserpina (la greca Persefone) fu rapita e presa in sposa da suo zio Plutone.

Appresa la notizia, Cerere (la greca Demetra) si disperò, tanto che i campi e le messi terminarono di produrre i loro frutti.

Fu così che Giove, padre di Proserpina, decise che sua figlia avrebbe passato sei mesi con sua madre Cerere e sei mesi col suo sposo Plutone e da li nacque il ciclo delle stagioni.

Quelle stagioni che stanno rinascendo nei nostri campi e che oggi, come allora festeggiamo con degli eventi che riportano in auge i temi legati ai Cerealia e, attraverso i quali vogliamo dare il benvenuto al ritorno della primavera.

La primavera, il rifiorire della natura e la Farina di Basalto.

E con la Farina di Basalto, un prodotto che arriva dalla terra e dalla natura, e che a essa ritorna nelle inumerevoli applicazioni per l’agricoltura, vogliamo dare il benvenuto ai colori e i profumi della bella stagione e a coloro che lavorano nei campi (e negli orti).